Sentiamo spesso parlare di artisti che sono andati contro il sistema, ma che cos’è questo celebre sistema dell’arte?

In questo articolo proveremo a dare una definizione all’amato quanto odiato sistema dell’arte, analizzeremo i suoi meccanismi e soprattutto scopriremo perché è così fondamentale.

 Are you ready?

 

 

il gallerista d'arte Massimo De Carlo viene appeso al muro con dello scotch nella sua galleria di Milano dall'artista Maurizio Cattelan

L’artista Maurizio Cattelan presenta al pubblico il suo gallerista di Milano Massimo De Carlo  letteralmente attaccato alla parete con del nastro adesivo, coprendolo quasi interamente, come una crocifissione. L’opera si intitola “A perfect day” 1999.

 

C’è chi lo ama e chi lo odia.

Il sistema dell’arte oggi più che mai è entrato a far parte della nostra quotidianità e spesso ha cambiato la vita di molte persone.

Forse non ne hai mai sentito parlare, ma ti assicuro che anche tu ci hai avuto a che fare.  Quando?

Tutte le volte che sei entrato in un museo o in una galleria, o quando hai letto un articolo sulle riviste del settore o su blog e siti web specializzati (come in questo momento ad esempio :D).

La verità è che il sistema dell’arte è molto più complesso di quanto puoi immaginare.

 

 

L'opera di Banksy "ragazza col palloncino" si autodistrugge durante un'asta di Sotheby's a Londra, i presenti la guardano stupiti.

Una delle più recenti provocazioni di Banksy contro il sistema dell’arte: la sua opera “Ragazza col palloncino” si autodistrugge ad un’asta di Sotheby’s dopo essere stata aggiudicata per più di un milione sterline.

 

Un po’ di storia

Il primo a coniare il termine “sistema dell’arte” fu il critico anglo-americano Lawrence Alloway negli anni Settanta.

Alloway non è un critico qualunque. Fu vicedirettore dell’ICA di Londra e a lui si deve anche l’introduzione del termine Pop(oular) Art nel 1958, ma questa è un’altra storia.

Da Londra Alloway si trasferì a New York. Lavorò come curatore al Guggenheim e scrisse articoli per Art Forum. Fu proprio su Art Forum nel 1972 che Alloway definì il sistema dell’arte come “le opere d’arte originali e le riproduzioni, gli scritti critici, storici e informatici; le gallerie, I musei e le collezioni private”.

Un altro critico, qualche anno più tardi, interviene sulla questione: si tratta di Achille Bonito Oliva con la sua pubblicazione Arte e Sistema dell’arte del 1975.

Bonito Oliva descrisse il mondo dell’arte come “una catena di Sant’Antonio, in cui l’artista crea, il critico riflette, il gallerista espone, il mercante vende, il collezionista tesaurizza, il museo storicizza, i media celebrano, il pubblico contempla: questa la più ampia cornice nel quale, da sempre, nasce e si evolve il processo creativo”.

Questa definizione è sicuramente esaustiva se consideriamo il contesto dell’arte negli anni Settanta.

Attenzione! Ciò non significa che prima di allora il sistema non esistesse, ma in passato era più celata la relazione tra l’aspetto economico e quello culturale.

Tuttavia da allora però sono passati diversi anni e il sistema dell’arte si è evoluto, introducendo nuovi attori e nuove modalità operative che hanno innescato ulteriori meccanismi.

 

 

he original Fountain by Marcel Duchamp photographed by Alfred Stieglitz

La prima beffa al sistema dell’arte, Marcel Duchamp con la sua opera “Fountain” del 1917. Ne ho già parlato in questo articolo, clicca qui per leggerlo. 

 

Quindi cos’è il sistema dell’arte?

Si tratta di una rete di operatori di importanza variabile che, seppur abbiano ruoli e finalità diverse, sono capaci di influenzarsi tra loro. Se venisse meno uno di questi operatori, l’intero sistema rischierebbe di crollare.

Da chi è composto?

Qualche riga più sopra Alloway e Bonito Oliva avevano individuato i principali attori di questo sistema, ossia l’artista, l’opera d’arte, il collezionista, il mercante, la galleria d’arte, il museo, il critico d’arte, i media e naturalmente il pubblico.

Ad essi possiamo aggiungere le case d’asta, le fiere, le biennali, i curatori, le mostre temporanee, le pubblicazioni d’arte, le fondazioni, gli art advisor, e dato che siamo nell’era digitale a mio parere rientrano anche i bloggers, youtubers, influencers.

Tutti questi componenti fanno parte del sistema e sono interconnessi tra loro.

 

 

fiera di arte contemporanea

Vista dall’alto della fiera di arte contemporanea di Milano, MIART

Vista dall’alto della fiera di arte contemporanea di Milano, MIART.

 

L’arte come prodotto

So che potrà sembrarti assurdo quello che sto per dire, ma l’opera d’arte nel sistema riveste un’importanza marginale.

Mi spiego meglio.

Mettiamo un attimo da parte l’importanza del valore culturale, etico ed educativo di un’opera d’arte. Consideriamola per ora solo un prodotto, quindi un bene di scambio.

In quest’ottica il prodotto artistico consiste soltanto in un impulso, è il fattore iniziale di tutto il processo in cui operano gli attori del sistema.

Infatti un manufatto per poter diventare un’opera d’arte (e di conseguenza il suo autore un artista) deve essere legittimato dai componenti del sistema.

Quindi la storia del “potevo farlo anch’io” è vera? Basta che un critico X dica che il mio nano da giardino è arte…

NO, NO E NO. Lo scrivo in maiuscolo perché mi altero ogni volta che leggo certe cose (anche se le scrivo io).

Arte e sistema dell’arte sono due concetti distinti, ma strettamente collegati tra loro. Sembra una banalità, ma ti assicuro che vengono spesso confusi tra loro.

Con sistema dell’arte ci si riferisce principalmente al mercato e alla circolazione delle opere d’arte.

Pensaci. Se fosse unicamente il sistema il criterio di valore di un’opera d’arte, l’arte che cosa sarebbe?

Il prodotto artistico ha un valore intrinseco che prescinde da quello meramente commerciale. Non dimentichiamolo.

 

 

Sotheby's New York, Asta di arte contemporanea, 2017. Per gentile concessione di Sotheby's New York.

 

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

Commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico. Perché dico ciò?

Perché ahimè dopo più di quarant’anni dalla definizione che ne diede Alloway, il sistema dell’arte oggi è arrivato ad un punto di non ritorno.

Soprattutto negli ultimi vent’anni, sono state messe in atto pratiche economico-speculative dai musei più importanti (in particolar modo americani, tedeschi, inglesi ma anche russi e cinesi), dalle case d’asta di rilievo, dalle gallerie di brand e persino da coloro che l’arte la comprano, i collezionisti.

Ma non è colpa del sistema dell’arte.

Il sistema è in ogni sua parte composto da persone, con pregi e difetti, vizi e virtù, e per questo motivo non può non esserne influenzato.

Se alcuni individui sfruttano le sue potenzialità per fini speculativi, mettendo in secondo piano ciò è in realtà è importante, cioè il contenuto artistico, il problema non è il sistema, ma chi ne fa parte.

Inoltre, è importante considerare che l’arte stessa è da sempre influenzata dalle attività del sistema.

A questo punto viene da sé che per comprendere meglio l’arte contemporanea bisogna inevitabilmente capire le dinamiche che ruotano attorno all’opera, l’artista e le altre personalità del sistema.

È per questo motivo che ho scritto questo articolo: una conoscenza delle singole opere d’arte non è sufficiente per comprendere l’arte in sé.

Nei prossimi articoli parlerò singolarmente dei componenti del sistema dell’arte, da dove iniziamo?

Gallerie? Musei? Collezionisti?

Scrivimi i tuoi suggerimenti!

A presto,

Giusy