Come si è passati da Pollock a Warhol?
Oggi approfondiremo il New Dada e il Nouveau Realisme. Parleremo degli artisti che vi facevano parte, delle loro opere più importanti e del contesto storico.
Siete pronti?
Iniziamo subito con il contesto storico.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale i diversi Stati hanno reagito in modi differenti.
Le condizioni economico-sociali dell’Europa hanno risentito parecchio delle conseguenze della guerra, mentre gli Stati Uniti ne sono usciti più forti di prima, con il desiderio di rivendicare la propria identità nazionale.
Nel panorama artistico domina un’arte non figurativa, in particolare l’espressionismo astratto americano, che vede in opere di artisti come Pollock, Rotkho, de Kooning, l’espressione diretta e spontanea della propria vita inconscia.
Tra gli anni ’50 e ’60, con l’avvento della società dei consumi avviene una reazione che si riflette:
- nella letteratura con i poeti della beat generation,
- nella musica con il rock’n roll e il pop
- nell’arte con il New Dada e il Nouveau Réalisme.
La società stava cambiando, gli artisti non si sentivano più rappresentati dall’Espressionismo astratto, che consideravano elitario ed introspettivo, che appartiene ormai al passato.
I graffiti, la pubblicità, i manifesti, i fumetti sono celebrati come “prelievi” di una realtà quotidiana e popolare in contrapposizione con la cultura “alta”.
In questa opposizione gli artisti attingono alle avanguardie, in particolare a Picasso e Duchamp, quindi il cubismo e il dadaismo.
Recuperano quindi tecniche come il collage, l’assemblage, il prelievo e la copia.
Prima di entrare nello specifico delle due correnti artistiche devo fare una piccolissima premessa.
L’Indipendent Group
Si tratta di un gruppo di artisti e di intellettuali che dai primissimi anni ’50 si ritrovava presso l’Institute of Contemporary Art di Londra per riflettere sulla società dei consumi.
Criticavano l’elitarismo artistico e la distinzione tra arte popolare e arte colta, preferivano un’estetica del reale fondata sulla pubblicità, arte popolare per eccellenza.
Il gruppo era animato dal critico Lawrence Alloway, nome da tenere bene a mente cari amici perché è proprio a lui che dobbiamo il nome della “pop art”.
A lui dobbiamo anche la mostra “This is Tomorrow” del 1956 dove esporranno coloro che sono oggi chiamati “i padri della pop art”, come Richard Hamilton.
Chiusa questa piccola parentesi andiamo oltreoceano e parliamo di New Dada.
Nel 1953 Rauschemberg cancellò un disegno di de Kooning, (i cui dipinti già all’epoca valevano 10 mila dollari)
Con una gomma. Ci vollero due mesi per cancellare il disegno.
Il risultato? Un foglio di carta bianco con alcune macchie. E sarebbe rimasto tale se il suo amico artista Jasper Johns non gli avesse suggerito di incorniciarlo.
Ora quel disegno cancellato è esposto al Sfmoma di San Francisco, in una cornice dorata con l’iscrizione appositamente fatta da Jasper Johns.
Curiosi di vedere il disegno originale? Nel 2010 il museo con uno scanner a infrarossi è riuscito a risalire al disegno di de Kooning.
Il gesto di ribellione di Rauschemberg ci fa capire quanto fosse forte il rifiuto verso l’espressionismo astratto.
Gli artisti perciò fanno ricorso ad elementi presi in prestito dal quotidiano.
Rauschemberg utilizza tessuti e fogli di giornale come fondo colorato per i suoi dipinti rossi, così come Johns nei suoi bersagli si serve di fogli di giornale.
Ma non solo.
Rauschemberg fonde pittura e scultura nei suoi combine paintings, aspirando sempre di più ad un livello di passività, che ci ricorda molto i ready made “assisistiti” di Marcel Duchamp.
Gli artisti utilizzano quindi oggetti prelevati dalla realtà, oppure utilizzano la pittura come mimesi di oggetti quotidiani, banali.
Un esempio sono le bandiere o i bersagli di Jasper Johns.
Ora torniamo nuovamente in Europa dove troviamo un atteggiamento simile, ma con esiti differenti.
In Italia sono considerati New Dada, Piero Manzoni e Pino Pascali (più o meno).
In loro però è forte il richiamo all’ironia del dadaismo, come le opere di Manzoni che si ribellano alla commercializzazione dell’arte, o il gusto per il gioco delle opere di Pino Pascali, che, come vedremo in altri video sarà uno dei maggiori esponenti dell’arte povera.
Altri artisti invece, guidati dal critico francese Pierre Restany, firmeranno Ii 27 ottobre 1960 il manifesto del Nouveau Réalisme.
Si tratta di pittori e scultori che, con mezzi e modi non tradizionali, intendevano proporre una realtà colta nei sui stessi elementi, oggetti.
Un po’ come il New Dada, ma con esiti molto diversi.
Ad esempio abbiamo le compressioni di César, le accumulazioni di Arman, le tavole imbandite di D. Spoerri, i nudi blu di Y. Klein, le macchine assurde di Tinguely, i décollages di F. Dufrêne, M. Rotella, R. Hains, gli impacchettamenti di Christo.
La loro ricerca trova una profonda convergenza con il NeoDadaismo americano:
Un’occasione di confronto fu la mostra organizzata nel 1961 dal MOMA, Art of Assemblage, che permise ai due movimenti d’inserirsi in una più ampia dimensione storica.
In conclusione in questo video abbiamo capito che negli anni ’50 e ‘60 gli artisti hanno avviato la strada che va sempre di più verso una magnificazione dell’oggetto e la sparizione del gesto dell’artista, cosa che però avverrà completamente solo con la Pop Art.
FONTI:
– F. Poli, Arte contemporanea. Le ricerche internazionali dalla fine degli anni ’50 a oggi, 2005, Mondadori Electa
– Enciclopedia Treccani
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