Come comprendere un’opera d’arte? Come mi devo comportare ad una mostra? In questo articolo imparerai l’approccio giusto nei confronti delle opere d’arte.

A chi non è mai capitato di sentirsi inadeguato ad una mostra? A tutti, almeno una volta.

Non devi pensare che tu sia l’unica persona al mondo ad avere queste difficoltà. Anche i più grandi critici o storici dell’arte hanno avuto questi problemi. Se così non fosse, tutta l’arte contemporanea non esisterebbe. Pensa alle opere di Manet, Monet, Pisarro e degli altri Impressionisti, all’epoca rifiutate al Salon e ora super-quotate.

Lo ammetto, è successo anche a me (e più di una volta!).

Non pensare che siano passati anni, forse a dirla tutta, dall’ultima volta sarà passata circa una settimana.

Lascia che ti racconti com’è andata.

Ero capitata per caso al Mambo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna. Ero curiosa di visitare la collezione permanente e alla fine mi ritrovai a vedere anche la mostra di Mika Rottemberg,la prima personale in Italia dell’artista.

SPOILER ALERT! Se non l’hai ancora vista, salta questa parte e passa direttamente ai miei consigli. E soprattutto corri a vederla! Rimane aperta fino al 19 Maggio.

Uomo avvisato, mezzo salvato.

Bene, torniamo al racconto.

Devo essere sincera con te, non avevo molta voglia di vederla. Non era nei miei programmi e andavo anche di fretta quel giorno.

Però mi son detta, “ormai sono qui, che faccio, rinuncio?”. Non sono il tipo, poi si sa… la curiosità è donna, perciò ho messo da parte la pigrizia e sono entrata.

Il primo impatto è stato ottimo. La sala era buia e presentava uno schermo sul soffitto con un video, Untitled Ceiling Projection, nel quale delle lampadine colorate venivano distrutte come se fossero letteralmente sopra la mia testa. All’uscita c’era una parete con l’installazione AC and Plant che oscurava la visione della sala successiva.

Mi son detta “che figata sta mostra, promette bene!”

Mika Rottenberg, Untitled Ceiling Projection (video still), 2018 - Installazione video a canale singolo con sonoro - Ca. 7’ - Dimensioni variabili - Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019 - Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna Courtesy l’artista e Hauser & Wirth - Opera prodotta con il sostegno di: Goldsmiths Centre for Contemporary Art, Londra; Kunsthaus Bregenz; MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna
Mika Rottenberg, Untitled Ceiling Projection (video still), 2018. Installazione video a canale singolo con sonoro Ca. 7’. Dimensioni variabili. Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2019. Photo credit: Giorgio Bianchi | Comune di Bologna. Courtesy l’artista e Hauser & Wirth. Opera prodotta con il sostegno di: Goldsmiths Centre for Contemporary Art, Londra; Kunsthaus Bregenz; MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Con la curiosità di un bambino che scarta i regali di Natale, sono passata alla sala successiva.

Il vuoto.

L’enorme Sala delle Ciminiere del Mambo completamente bianca, brillava di luce propria. Facevo addirittura fatica a trovare le opere.

Ho pensato, “ma è uno scherzo, vero?”

Niente, delusissima proseguo il percorso. Sulla mia sinistra, ossia sul retro della parete che in precedenza mi oscurava la vista, trovo delle labbra di silicone da cui usciva del fumo, mi avvicino e mi fermo ad osservare. Tra le labbra c’era un foro dal quale si poteva scorgere un immagine in bianco e nero.

Tra me e me penso “Bè dai poteva andare peggio…”

(Se te lo stai chiedendo, sì parlo spesso da sola, non farci caso)

Non voglio tirartela per le lunghe, ti dico solamente che dopo aver visto una coda di cavallo muoversi, un dito che ruota a 360° e una serie di filmati bizzarri, sono uscita da lì con l’espressione di chi va al ristorante e mangia da schifo.

Avevo letto tutte le didascalie, mi ero soffermata ad osservare le opere e i video (anche più di una volta), qualcosina l’avevo intuita, ma non bastava a farmi apprezzare in toto l’esposizione.

Sai quando ho capito le opere esposte? Qualche giorno dopo. Altrimenti non sarei qui a spiegarti come leggere un’opera d’arte.

Può sembrarti strano lo so, ma tutti quegli strani oggetti, che apparivano scollegati tra loro, avevano improvvisamente un senso.

Anche la mia prima reazione e l’enorme sala bianca avevano senso.

Tutto lì dentro era stato concepito e studiato per suscitare in me una reazione quasi di rifiuto, ma soprattutto per farmi aprire gli occhi.

Il problema della mostra ero io.

Mi ero posta in modo sbagliato, in modo passivo. Le opere parlavano una lingua diversa dalla mia ed io non mi ero impegnata minimamente nel volerle comprendere.

Tutto sta nelle intenzioni. Ed io mi ero soffermata unicamente sull’apparenza.

La sensazione di rifiuto che avevo, era generata dal fatto che Mika Rottemberg con la sua comunicazione straniante avesse messo in scena il mondo stesso in cui viviamo. Un mondo dominato dal consumismo, dalle apparenze, dallo sfruttamento. E anche l’allestimento era stato studiato in funzione di questo messaggio: la sala bianca creava una sensazione di spaesamento esattamente come le opere, e per ritrovare l’orientamento bastava concentrarsi ed contemplare.

Ed io da brava consumer, stavo consumando la mostra come qualsiasi altro prodotto usa e getta.

So cosa stai pensando.

Ma sti consigli?

Eccoti i miei quattro preziosi consigli basati sulla mia personale esperienza di divoratrice di mostre:

  1. Apri la mente: sperimenta nuovi modi di pensare e liberati dai limiti che ti autoimponi.
  2. Emozionati: mente e cuore devono andare di pari passo. Senza emozioni non ti rimarrà niente di ciò che hai visto.
  3. Non fidarti dei giudizi degli altri: il mondo è bello perchè è vario e per fortuna tutti noi abbiamo la libertà di pensiero.
  4. Non dimenticare di coltivare ogni giorno un tuo personale giudizio critico, senza essere polemico. Approfondisci l’argomento, confrontalo con ciò che hai già visto e studiato.

Infine… un consiglio preso in prestito dal filosofo Arthur Shopenhauer che ritengo molto utile:

“Davanti a un’opera d’arte bisogna comportarsi come di fronte a un principe e mai prendere la parola per primi. Altrimenti si rischia di sentire soltanto la propria voce.”

Con questi 4 consigli (+1) dovresti riuscire a destreggiarti dell’assurdo mondo dell’arte contemporanea.

Sono pratiche che vanno applicate giorno per giorno, perchè senza allenamento costante nessuno sportivo vince la gara!

Fammi sapere se le stai applicando, e soprattutto fammi sapere che ne pensi della mostra di Mika Rottemberg!

A presto,

Giusy